Una sindrome pericolosa, che può essere evitata conoscendone le caratteristiche
La Sindrome del bambino scosso è una delle forme più gravi di maltrattamento fisico su un neonato e rappresenta la prima causa di morte per abuso. La maggior parte dei casi si verifica durante il primo anno di vita, con maggior frequenza nei primi sei mesi: questo periodo corrisponde alla massima intensità del pianto del piccolo, che ha una muscolatura molto debole la quale non gli consente di controllare i movimenti del capo. La dinamica vede il bambino tenuto per il tronco e scosso in modo vigoroso, il capo subisce rapidi movimenti e rotazioni. Cervello, cervelletto e midollo allungato vanno incontro ad una rapida accelerazione e decelerazione con trauma contusivo contro la scatola cranica con lesione dei nervi e rottura dei vasi sanguigni con conseguenti emorragie. Questa condizione viene favorita da alcune caratteristiche anatomiche dei bambini al di sotto dei due anni:
la testa rappresenta il 15% circa del peso corporeo;
elasticità delle strutture scheletriche;
elevato contenuto acquoso del sistema nervoso centrale ancora immaturo;
fragilità e immaturità della massa cerebrale;
basso tono muscolare a sostegno del capo.
Fattori di rischio
Solitamente questa forma di maltrattamento si presenta come conseguenza ad un pianto inconsolabile, che mette in difficoltà i genitori provati dalla stanchezza e dalla mancanza di sonno. Nella maggior parte dei casi i movimenti violenti vengono fatti senza consapevolezza dei gravi danni che possono arrecare e derivano dalla scarsa conoscenza della delicatezza dell'encefalo di un lattante. Alcuni fattori di rischio evidenziati dai casi di cronaca sono:
giovane età dei genitori;
stato depressivo della madre;
disagio socio-economico;
abuso di sostanze;
basso livello culturale;
precedenti episodi di maltrattamenti familiari;
mancanza di aiuti esterni, con conseguente isolamento della mamma;
mancanza di sonno, con conseguente stanchezza e poca lucidità.
Danni provocati dallo scuotimento
Le lesioni causate dallo scuotimento dipendono dall'età e dalla violenza con cui il bambino viene scosso. I sintomi maggiormente presenti sono 3:
Ematoma subdurale, che consiste in un versamento di sangue nelle meningi che può provocare nausea, vertigini fino a sintomi più gravi come alterazioni dello stato di coscienza e coma;
Edema cerebrale, accumulo di liquido nel cervello che gonfiandosi comprime i capillari sanguigni bloccando il flusso sanguigno e l'arrivo dell'ossigeno al cervello, questo può provocare mal di testa, attacchi epilettici e perdita di coscienza;
Emorragia retinica.
In molti casi, la sintomatologia può presentarsi nel corso degli anni: irritabilità, sonnolenza, vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, ritardo motorio o del linguaggio, disturbi del comportamento ed aumento eccessivo della circonferenza cranica. Nei casi più gravi potrà presentare alterazione della coscienza, cecità, convulsioni, paralisi cerebrale, coma, decesso.
Come calmare il pianto di un bambino
Il pianto rappresenta la principale forma di comunicazione dei neonati, è il linguaggio che il bambino utilizza per richiamare l'attenzione dei genitori e fargli capire che necessita di nutrimento, aiuto, protezione e conforto. Di conseguenza diventa fondamentale per un genitore imparare ad ascoltare e interpretare i segnali del proprio bambino. I motivi per cui un bimbo piange sono molteplici, può avere fame, può aver bisogno di un cambio del pannolino, può avere caldo oppure freddo, può essere infastidito dai rumori dell'ambiente circostante o può sentire dolore. Anche lo stato d'animo di un familiare può provocarlo, ansia e nervosismo vengono trasmessi molto facilmente al piccolo. Ascoltandone le caratteristiche, timbro, intensità e durata si possono avere importanti suggerimenti su come gestirlo. Se il pianto non deriva da un bisogno fisico, ma è un pianto emotivo ecco alcuni suggerimenti su come calmarlo:
cullatelo pelle contro pelle;
massaggiatelo, qui potete trovare l'articolo in cui vi parlo del massaggio infantile;
proponete il ciuccio, se l'allattamento è già avviato;
parlategli, la vostra voce è una forma di consolazione per lui;
mettete una musica monotona di sottofondo, o che riproduce i “rumori bianchi” che al piccolo ricorderanno l'esperienza vissuta nel ventre materno;
mettetevi in contatto visivo.
Kommentare